Il mito di Saturno che divora i suoi figli è una storia cruenta proveniente dalla mitologia romana, parallela al mito greco di Crono (https://it.wikiwhat.page/kavramlar/Crono). Saturno, dio del tempo, dell'agricoltura e della rinascita, apprese di una profezia secondo cui sarebbe stato detronizzato da uno dei suoi figli.
Terrorizzato dalla profezia, Saturno decise di prevenire il suo destino (https://it.wikiwhat.page/kavramlar/prevenire%20il%20suo%20destino) divorando ogni figlio appena nato dalla sua consorte, la dea Opi (o Rea nella versione greca). Ogni volta che Opi partoriva un figlio (Vesta, Cerere, Giunone, Plutone e Nettuno), Saturno li ingoiava interi.
Opi, disperata per la perdita dei suoi figli e volendo salvarne almeno uno, escogitò un piano. Quando partorì Giove (https://it.wikiwhat.page/kavramlar/Giove), lo nascose sull'isola di Creta e al suo posto diede a Saturno una pietra avvolta in fasce. Saturno, ignaro dell'inganno, ingoiò la pietra.
Giove crebbe in segreto e, una volta adulto, affrontò Saturno. Grazie all'aiuto di Meti, Giove riuscì a somministrare a Saturno un emetico (https://it.wikiwhat.page/kavramlar/emetico) che lo costrinse a vomitare tutti i suoi figli ingoiati (e la pietra).
Giove, insieme ai suoi fratelli e sorelle, dichiarò guerra a Saturno e ai Titani, dando inizio alla Titanomachia, una guerra epica che portò alla detronizzazione di Saturno e all'ascesa di Giove a re degli dei. Il mito simboleggia la lotta per il potere tra le generazioni e l'inevitabilità del cambiamento e del progresso. L'immagine di Saturno che divora i suoi figli è stata un tema ricorrente nell'arte, in particolare nella celebre opera di Francisco Goya.
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